Chi siamo

…fossimo presi per incantamento,

e messi in un vasel ch’ad ogni vento

per mare andasse al voler vostro e mio,

sì che fortuna od altro tempo rio

non ci potesse dare impedimento…

 

(Dante, sonetto a Guido Cavalcanti, versi 2-6)

 

L’incantamento – non è una contraddizione – ha una storia senza tempo. Dal medioevo esso deriva una polisemia estremamente sfaccettata: è la magia sottile della natura, il filo degli affetti, il richiamo dell’Assoluto, l’intuizione dei poeti, e si esprime così mediante le parole, la melodia e il sorriso, tutti frammenti che in-cantano l’anima e il corpo.

A volte il nome delle persone ne nasconde la vocazione: PerIncantamento è la dimensione, essenziale e chiara, che guida il nostro gruppo; il desiderio di comunicare, in musica e parole, testi e suoni medievali, etnici e contemporanei, accostati e intrecciati per similitudine o contrasto; la voglia di intraprendere nuove strade espressive, seguendo un filo conduttore che coniughi filologia e creatività, l’ispirazione a sussurrare allegorie e figure in un tempo, il nostro, che spesso rifiuta eppure sempre cerca la semplicità luminosa delle cose.

I testi sono approntati in base a uno studio approfondito delle fonti, che spaziano da quelle bibliche alla tradizione apocrifa e al serbatoio agiografico e leggendario.

Fondante è il dialogo con il repertorio musicale – sia strumentale sia vocale – del medioevo e con composizioni originali di autori contemporanei; sono coinvolti ambiti sonori diversi, che vanno dal serbatoio etnico nordeuropeo all’improvvisazione e alla musica d’ambiente. Gli strumenti tradizionali (flauti diritti, percussioni, arpa celtica, viola da gamba, organo) sono utilizzati in completa libertà di accostamenti, reinvenzioni ed esecuzioni filologicamente aggiornate. Accomunano i vari repertori il motivo della danza, l’incastonare le parole nella musica e, reciprocamente, l’ambientare le melodie nei testi.

Testi e musica, così, cercano insieme nuove affinità espressive fra antico e moderno, fra conoscenza ed emozione. La formula artistica segue il tropare medievale nel senso arcaico di «inventare», dunque con una formula recitativa in parte libera (a canovaccio) e interventi musicali a improvvisazioni d’assieme (su melodie antiche) ed effetti sonoro-narrativi. Questa formula presume il ricercare coerenza tra luoghi, spazi e scelte artistiche: ogni performance è sempre pensata nel luogo in cui si svolge (sempre valorizzato e rispettato, e sempre ispiratore) ed è quindi unica, viva in un hic et nunc mai riproducibile uguale a se stesso.

Gli spettacoli di PerIncantamento confidano in una gestualità iconica, in cui l’immagine non produce effetti predeterminati e statici, bensì «dispiega una struttura di mistero» (Jerôme Baschet, L’iconografia medievale), essendo il mistero e la fascinazione parte integrante del suo funzionamento.

PerIncantamento è attivo in contesti diversi, dai festival internazionali alle rievocazioni storiche, dalle cattedrali alle più piccole chiese locali.

L’ensemble musico-teatrale PerIncantamento è da anni impegnato nello studio e nella valorizzazione in particolare delle fonti medievali (testi e melodie) e nella loro ambientazione in tessuti artistici contemporanei. I numerosi spettacoli finora realizzati, nella caratteristica formula in musica e parole, hanno dato vita anche a pubblicazioni specialistiche, fra cui:

  • F. Caporali, Victor Nabor Felix pii. Cantata per coro, voce recitante, organo e strumenti ad libitum. Testi a cura di A. Ricci, Padova, Armelin, 2005.
  • F. Caporali, In Dei cognitionem. La Trinità secondo Ilario. Cantata per voci recitanti, coro a quattro voci miste, organo, tromba, timpani e strumenti ad libitum. Testi a cura di A. Ricci, Padova, Armelin, 2005.
  • F. Caporali, De Domino in Domnino. Cantata per coro di voci bianche, tenori e bassi, voce recitante, strumenti ad libitum e basso continuo in onore di san Donnino. Testi a cura di A. Ricci, Padova, Armelin, 2006.
  • A. Ricci, Nel filo di musica&parole: l’ensemble PerIncantamento. L’oratorio dedicato a Ilario di Poitiers, in «Strenna dell’ADAFA per l’anno 2007», XLVII, Cremona 2007, pp. 61-81.